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Avis Provinciale Alessandria nasce, e si costituisce formalmente, il 10 febbraio 1968 in Alessandria – sulle sponde del Tanaro – nella sede dell’avis comunale.
In un pomeriggio – che immaginiamo freddo, umido e forse anche nebbioso – si riuniscono i rappresentanti delle sedi comunali già attive a quel tempo e, in attuazione delle direttive espressamente impartite dalla Sede Nazionale, danno vita a questo nuovo organismo associativo [cui seguirà, alcuni mesi dopo, la formazione dell’Avis Regionale].
Sono presenti nell’occasione le avis comunali di Alessandria, Casale, Castellazzo, Castelletto, San Salvatore e Valenza.
Una fresca rilettura dell’atto costitutivo allora rogato, ci ricorda che “sebbene invitate, non hanno dato risposta le sezioni di Tortona, Novi Ligure e Ovada mentre è stata restituita la lettera inviata alla sezione di Acqui, con l’indicazione di sconosciuto”.
A differenza di oggi, eravamo allora presenti ed attivi anche nel novese e nell’ovadese.
L’atto indica che Alessandria contava 235 donatori; 225 ne contava Casale; 62 Castellazzo; 35 Castelletto; 66 San Salvatore e 312 Valenza, che risultava essere – al tempo – la sezione numericamente più consistente.
Il nostro cammino è cominciato da lì: 9 (o forse 10) sezioni; 1.000 e qualche cosa soci.
L’atto elenca altresì i nominativi dei primi eletti alle cariche direttive della neonata sede provinciale: 9 consiglieri; 3 revisori dei conti; 3 probiviri.
Il primo socio a ricoprire la carica di Presidente Provinciale è l’On. Luigi PIVANO (della sezione di Alessandria); gli succederanno – nell’ordine – il Rag. Rodolfo GIRAUDO (Alessandria); il Dott. Dario CARMI (Casale); per breve periodo il Sig. Ernesto BONA (?); Francesco FONTANA (Valenza) [fig. 1]; forse – ma non si capisce bene se in qualità di presidente, o quale vicario temporaneamente incaricato e se per un intero mandato ovvero per parte di esso, il Dott. Enrico LECCARDI (Valenza ?); e poi Valentino PRATI (Murisengo)[fig. 2], ancora Fontana [per 2 mandati] ed ancora Prati [per 2 mandati] e poi Guido PANCOT (San Salvatore)[fig. 3] e – da ultimo, dal 2002 – il Dott. Piero MERLO (Ticineto)[fig. 4], attualmente ancora in carica.
Innumerevoli sono stati i donatori che si sono avvicendati nei diversi ruoli ed incarichi di livello provinciale; un piccolo drappello, ha acquisito e svolto funzioni di livello regionale [nell’ambito dell’organo direttivo così come nei collegi sindacale e dei probiviri]; ne citiamo alcuni fra i più presenti: Fontana e Prati, Massa, Carnevale, Ghisleri, Oliva, Merlo e, più di recente, anche Pancot, Avalle, Arzani e Ramassa.
In questi 53 anni poi, solamente due volte il territorio alessandrino ha potuto essere rappresentato in seno al Consiglio Nazionale: la prima con Prati, la seconda con Merlo.
Nella ricostruzione di questo racconto ci sono parecchie incertezze e tante lacune, riconducibili alla frammentarietà delle notizie di cui disponiamo.
Si tenga conto che, fino ad un certo punto, è stato “normale” – vuoi per la propensione di spostarsi solamente per l’indispensabile, vuoi per la necessità di disporre presso di sé delle carte utili ed occorrenti allo svolgimento del proprio incarico, vuoi per la mancanza di sede stabile, di uffici attrezzati, di collaboratori fissi – che documenti, corrispondenze, registri, verbali e quant’altro albergassero presso coloro che, di volta in volta, sono stati presidenti, segretari, amministratori.
Conseguenza di questa realtà è stata la mancanza totale di metodo sistematico di archiviazione; c’era chi prendeva e c’era chi portava; le carte si mischiavano, qualche volta si perdevano; ogni tanto si raccoglieva un po’ di roba, la si metteva in uno scatolone e la si ficcava da qualche parte. Succedeva anche che, quando qualcuno dei nostri amministratori sfortunatamente “veniva a mancare”, non c’era grande speranza di recuperare più di tanto di quanto era stato da loro custodito.
La verità è che – se si vuole che i documenti diventino “storia” – occorrono meticolosità, precisione, cura, impegno e lavoro: insomma tempo, di cui il più delle volte – ora come allora – non disponiamo.
Dal momento della sua costituzione e fino al 1975 circa, il Direttivo provinciale ha svolto le proprie attività in un locale messo a disposizione dall’Avis Comunale di Valenza; quando la sezione comunale si trasferì nel nuovo fabbricato di Viale Manzoni, la sede provinciale si rese indipendente ed installo i propri uffici al n. 60 di Viale Vicenza, nel centro storico, in ambienti di proprietà ecclesiastica avuti in affitto dalla parrocchia di Santa Maria delle Grazie.
Il generale degrado di quel fabbricato, le mutate esigenze lavorative – cresciute nel tempo, in relazione al progressivo sviluppo registrato dal complesso associativo – e la necessità di assicurare al personale dipendente ed ai collaboratori il rispetto delle regole relative alla salubrità e sicurezza dei luoghi di lavoro, ha indotto il Consiglio Direttivo a valutare l’opportunità di ricercare soluzioni per una sistemazione più funzionale e confacente ai reali bisogni.
Tale opportunità e diventata necessità quando, nel …… ci comunicò la cessazione del contratto di locazione per alienazione dell’intero fabbricato che ci ospitava.
Dopo aver esaminato e valutato varie opzioni – tutte, per un verso o per l’altro, non in grado di soddisfare le nostre necessità – il Consiglio Direttivo decise l’acquisto di un terreno su cui edificare un fabbricato progettato e “tagliato” sulle nostre effettive esigenze; qualche tempo dopo prende avvio il cantiere della nuova sede provinciale.
Le scelte progettuali che hanno orientato l’ideazione della nuova sede sociale rispondono sostanzialmente a criteri di essenzialità, razionalità, ed economicità: aree funzionali omogenee, indipendenti le une dalle altre eppure interconnesse in modo tale da formare un unico complesso; ambienti spaziosi e razionali – gestibili ed utilizzabili separatamente o in concorso fra di loro – moderni ed essenziali, composti in un complesso indubbiamente non banale, sobrio ed al contempo esteticamente pregevole.
A coronamento del 50° anniversario di fondazione, un sogno a lungo accarezzato – e che ha avuto una gestazione tutt’altro che facile – si è concretizzato il 07 gennaio 2019, giorno in cui abbiamo iniziato a lavorare nei nuovi locali; dopo cinquant’anni di attività, la storia continua e riparte da un nuovo capitolo.